#010 - Non succederà in silenzio
Oggi qualsiasi contenuto che non parli di Gaza, del genocidio e della Global Sumud Flotilla sarebbe una distrazione imperdonabile
Ci sarebbero da dire tante cose. Ho una buona lista di articoli da scrivere pensati per questa newsletter ma in una giornata come questa ogni contenuto che ci porta via — anche solo per pochi minuti — da quello che sta succedendo a Gaza, dal genocidio al blocco illegale della Global Sumud Flotilla fino alle manifestazioni e alla mobilitazione permanente che sta finalmente scuotendo l’opinione pubblica di questo paese, sarebbe nientemeno che un disservizio. Per questo la puntata di oggi di TRACCE▶ è a servizio di artistə e musicistə che hanno deciso di esporsi.
Io mi rifaccio all’appello dei Fontaines D.C. per usare la propria voce e restare aggiornatə, informatə e supportare come meglio possiamo e crediamo tutte le iniziative che lavorano quotidianamente per tenere alta l’attenzione sulla guerra d’invasione, il progetto economico coloniale e il genocidio in corso a Gaza.
La musica è sempre stata un potentissimo strumento di divulgazione e sensibilizzazione politica. Denuncia, dicevamo una volta. In un momento storico in cui il progetto politico è sempre più legato alla conquista, alla sorveglianza, alla soppressione e all’estrazione di valore (materiale e immateriale), usare la musica come forza capace di squarciare il velo della finzione e della retorica governativa è qualcosa di insolitamente forte e che deve tornare a essere centrale. Oltre a scendere in piazza, boicottare quello che riteniamo giusto, sviluppare una consapevolezza attorno al mondo che si sta delineando e che non sembra un bel posto dove stare.
Ricordiamoci sempre che la Storia ci chiederà conto di quello che sta succedendo e abbiamo tutti letto la Banalità del male per sapere che, come occidentali, come cittadini del capitalismo globale, non possiamo dirci assolti o innocenti. Ma non saremo quelli che “stavano solo eseguendo degli ordini” o, interpretando quello che immagino sia la volontà governativa, hanno lasciato fare.









Ci sarebbero tante altre immagini da far vedere. Per fortuna la musica si sta schierando tutta dalla parte giusta della Storia. Ad esempio con l’azione No Music For Genocide in cui oltre ad alcuni nomi già citati troviamo Björk, Faye Webster, Grizzly Bear, Japanese Breakfast, Hayley Williams e i Paramore, l’intera Hyperdub Record, King Krule, MJ Lenderman, i Primal Scream… oppure altre band minori che in tutto il mondo ogni giorno fanno piccole ma significative azioni di consapevolezza per smuovere le proprie comunità.
Uno dei capitoli di Realismo Capitalista di Mark Fisher si intitola: “Che succederebbe se organizzassi una protesta e venissero tutti?” L’ho sempre pensato un auspico difficile, forse impossibile, cui tendere in questi tempi complicati. Adesso forse qualcosa sta succedendo e qualunque cosa succeda sappiamo che, insomma, non succederà in silenzio.
FAST TRACCE▶
Se siete artistə distribuitə potete chiedere di geo-bloccare la vostra musica su Spotify. Qui vi spiegano come fare.
Sempre riguardo a Spotify, Daniel Ek si è dimesso da amministratore delegato della compagnia anche per via della pubblicità negativa legata ai suoi investimenti in tecnologie militari. Buona notizia? No, del resto si è dimesso da un incarico, non ha venduto le sue azioni (più o meno attorno al 15%).
BONUS TRACCE▶
Una canzone:
Oggi vi metto una sola canzone. Si chiama Brucia Tutto e l’ha pubblicata su Bandcamp Cosmo. Costa 2 euro e tutto il ricavato verrà donato a Medical Aid for Palestinians (MAP).
Un libro:
Lo citavo in conclusione ma penso che oggi più che mai sia il caso di recuperare il libro che più di tutti racconta, riflette e analizza il periodo storico in cui stiamo vivendo. Si chiama Realismo Capitalista (Nero), è molto breve (circa cento pagine) e l’ha scritto Mark Fisher. Una delle migliori menti degli ultimi anni che purtroppo non è più con noi.
(Non metto link agli shop online perché vi suggerisco di andare a prendere i libri nelle vostre librerie di riferimento.)
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